venerdì 25 settembre 2009

Libertà di Stampa

Prima puntata di Anno Zero per la stagione televisiva 2009-2010; il programma con il conduttore più schierato della tv (dopo Emilio Fede) totalizza un ottimo 22,8% di share, ben oltre il misero 13,2% della prima puntata di Porta a Porta con il Presidente del Consiglio.

Tra l'altro, è bene dirlo, ieri sera la controprogrammazione c'è stata, eccome; Grey's Anatomy su Italia 1, Ale e Franz su Canale 5 (13,24%) e Don Matteo su RAI 1 (23,56%); nonostante questo il programma ha fatto ottimi indici di ascolto battuto solo da Don Matteo.

E' lecito porsi allora una domanda. Se la pubblicità è l'anima del commercio e se, più un programma è visto più introiti pubblicitari derivano e, visto che la RAI è una azienda che guadagna dalla pubblicità, perchè tutto questo astio? Uso criminoso della televisione? Non credo, è decisamente più criminoso mettere all'ora di cena "Così fan tutte" o le riprese del culo di Belen che sale le scale.

Al di la del fatto che si possa essere d'accordo o meno con la linea politica della trasmissione è doveroso lasciare la possibilità al telespettatore di scegliere cosa vedere. I programmi di approfondimento politico sono ottime vetrine per i politici e ancor di più ottimi sistemi per sensibilizzare l'opinione pubblica. Se è vero che l'80% degli italiani si informa esclusivamente tramite la televisione è corretto e doveroso avere un contraddittorio sia nei telegiornali che nei programmi di approfondimento politico.

Manca libertà di stampa in Italia? E' questo il tema tratto ieri dal programma. La mia idea è che in Italia il sistema di informazione è anomalo.
E' anomalo che Berlusconi sia proprietario di 3 televisioni, che ne controlli altre due e che sia editore de il Giornale e Panorama.
E' anomalo che ad ogni cambio di governo ci siano avvicendamenti nei cadreghini RAI. E' anomalo che un Presidente del Consiglio si rifiuti di rispondere a domande e faccia richieste danni milionarie a giornali di diversa linea politica.
E' anomalo che giornalisti di diversa linea politica vengano tacciati come farabutti.
E' anomalo che i giornalisti abbiano una linea politica!

La libertà di stampa, almeno attualmente, esiste ancora ma viene fortemente limitata dai fatti sopra riportati. La situazione sta peggiorando in modo silenzioso ma progressivo. La volontà di inchinare l'informazione alla politica è chiara e lampante. Il diritto all'informazione libera è diritto inalienabile e perfettamente descritto dall'articolo 21 della Costituzione italiana.

Se perdessimo il diritto alla libertà di stampa, il diritto ad informarci e il diritto di espressione cosa differenzierebbe l'Italia da una dittatura? Certo, non una dittatura sanguinaria a modello africano ma una dittatura più subdola, nascosta, una dittatura di burocrati, una dittatura senza contraddittorio dove "la casta" dei soliti noti si avvicenda alle cariche dei Potere di Stato. Una dittatura democratica.

Luca Borsetta, un italiano

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