giovedì 10 settembre 2009

Battisti al sicuro in Brasile

Si discute in questi giorni di un caso di politica estera: l'estradizione dal Brasile di Cesare Battisti un terrorista rosso condannato in Italia a 4 ergastoli. Fuggito in Brasile richiese lo status di rifugiato politico che gli venne concesso.
La richiesta di estradizione, poi negata dal governo brasiliano, ha creato un vero e proprio incidente diplomatico tanto che, in questi giorni, una delegazione italiana si è recata in Brasile per cercare di sistemare le cose.
Lo status di rifugiato politico, almeno nei paesi civili, viene concesso per crimini di natura politica e, l'omicidio non lo è.
Si attendeva per ieri la decisione della Corte Suprema brasiliana sull'estradizione ma, grazie a un cavillo burocratico la decisione è stata rimandata a data da destinarsi, nulla di fatto.

In questi giorni, in oltre, prende sempre più piede un coro di voci che chiedono la grazia per Battisti. L'arroganza di chi non si è mai pentito, gli ideali della lotta armata ancora vivi in lui e la sicurezza di quando ammetteva che sarebbe tornato in Italia come uomo libero rendono, a mio avviso, la richiesta di grazia dannosa per il nostro, già ridotto a colabrodo, sistema giudiziaro. La certezza della pena per crimini efferati e gravi e la non redenzione lo rendono incompatibile con la scarcerazione

Che paghi.

1 commenti:

Polìscor ha detto...

Oh si, che paghi; e che lo faccia qui da noi. Anche perché per essere considerato un rifugiato serve che nel paese d'origine si attenti ai suoi diritti fondamentali, e che peste mi colga se l'Italia non lo tratterebbe con guanti fin troppo di velluto.
Battisti deve solo ringraziare il Cielo di non essere nato turco.

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