
Il debito pubblico aumenta come non mai (forse era peggio ai tempi del PSI ma non ne sono troppo sicuro). La previsione per la fine dell'anno è che il debito pubblico raggiunga il 115,4% del pil. Il pil invece cade a picco. In 6 mesi il 5,2% è sparito, sono stati bruciati miliardi di euro, spariti, inglobati nella "crisi".
La situazione, ad un occhio esterno, parte tutto meno che tranquilla e sotto controllo come ci vogliono far apparire tg1, tg4 e tg5. La ripresa del 2010 è una mera utopia perchè niente è stato fatto per risolvere i problemi che hanno causato la crisi.
L'infiltrazione della finanza di carta, la finanza borsistica, la finanza creativa nell'economia reale. Questa c'era prima, c'è adesso e ci sarà nel 2010; il sistema è troppo radicato per essere rivisitato.
I furbetti sono rimasti e resteranno anche dopo; chi ci ha rimesso sono gli imprenditori seri che si sono visti negare affidamenti dalle banche e i loro dipendenti.
Il petrolio che è il principale bene di speculazione, è e sarà ancora considerato tale ed il suo valore continua e continuerà a subire le oscillazioni che gli speculatori decideranno.
La malafinanza americana è più viva che mai, ci siamo levati un Madhoff ma il sistema americano ne è pieno.
Il credito al consumo continua ad essere pesantemente insediato all'interno delle nostre vite; fioccano come funghi uffici di broker finanziari che promettono soldi a chiunque. A Novara ho visto la pubblicità di una finanziaria che concede credito fino a 90 anni di età. Ovviamente si paga l'istruzione pratica e non vi è garanzia di concessione del credito.
La situazione, per quanto ci venga spacciata in diritura di miglioramento, non lo è affatto. "Timida ripresa" nel 2010 non è un dato buono. La crisi va meno peggio di prima non vuole dire che sia finita. Anzi, con settembre e le cassa integrazione finite vedremo cosa succederà.
Fino a che permetteremo che speculazioni borsistiche possano influire sull'economia reale, fino a che i furbetti si crederanno tali e fino a che metteremo gomme americane al posto di riparare le perdite la situazione non potrà migliorare. Dovremo cambiare mentalità e iniziare a pensare a "crisi" con scadenze sempre più vicine fino al collasso dell'attuale sistema economico.
Luca Borsetta, un italiano
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