martedì 14 luglio 2009

Debito su e PIL giù

I dati sono dati, numeri forniti dal Ministero dell'Economia che dimostrano la gravità degli eventi che stanno coinvolgendo il nostro Paese.
Il debito pubblico aumenta come non mai (forse era peggio ai tempi del PSI ma non ne sono troppo sicuro). La previsione per la fine dell'anno è che il debito pubblico raggiunga il 115,4% del pil. Il pil invece cade a picco. In 6 mesi il 5,2% è sparito, sono stati bruciati miliardi di euro, spariti, inglobati nella "crisi".
La situazione, ad un occhio esterno, parte tutto meno che tranquilla e sotto controllo come ci vogliono far apparire tg1, tg4 e tg5. La ripresa del 2010 è una mera utopia perchè niente è stato fatto per risolvere i problemi che hanno causato la crisi.

L'infiltrazione della finanza di carta, la finanza borsistica, la finanza creativa nell'economia reale. Questa c'era prima, c'è adesso e ci sarà nel 2010; il sistema è troppo radicato per essere rivisitato.

I furbetti sono rimasti e resteranno anche dopo; chi ci ha rimesso sono gli imprenditori seri che si sono visti negare affidamenti dalle banche e i loro dipendenti.

Il petrolio che è il principale bene di speculazione, è e sarà ancora considerato tale ed il suo valore continua e continuerà a subire le oscillazioni che gli speculatori decideranno.

La malafinanza americana è più viva che mai, ci siamo levati un Madhoff ma il sistema americano ne è pieno.

Il credito al consumo continua ad essere pesantemente insediato all'interno delle nostre vite; fioccano come funghi uffici di broker finanziari che promettono soldi a chiunque. A Novara ho visto la pubblicità di una finanziaria che concede credito fino a 90 anni di età. Ovviamente si paga l'istruzione pratica e non vi è garanzia di concessione del credito.

La situazione, per quanto ci venga spacciata in diritura di miglioramento, non lo è affatto. "Timida ripresa" nel 2010 non è un dato buono. La crisi va meno peggio di prima non vuole dire che sia finita. Anzi, con settembre e le cassa integrazione finite vedremo cosa succederà.

Fino a che permetteremo che speculazioni borsistiche possano influire sull'economia reale, fino a che i furbetti si crederanno tali e fino a che metteremo gomme americane al posto di riparare le perdite la situazione non potrà migliorare. Dovremo cambiare mentalità e iniziare a pensare a "crisi" con scadenze sempre più vicine fino al collasso dell'attuale sistema economico.

Luca Borsetta, un italiano

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